E’ fatta. Dopo settimane di tira e molla, pare che l’ufficio di gabinetto del presidente abbia trovato la soluzione e predisposto il decreto per Franco Alfieri. Con molta probabilità, lunedì, l’ex sindaco di Agropoli, potrebbe prendere possesso della sua nuova stanza di capostaff a Palazzo Santa Lucia. Insomma potrebbe prendere ufficialmente il posto che fu di Nello Mastursi e poi di Alfonso Buonaiuto. Ma Alfieri dovrebbe mantenere intatto anche il suo incarico politico. Ossia la delega alla caccia e pesca come consigliere politico del presidente De Luca. «Le fritture sono pronte e servite. Con Alfieri nominato Capo Segreteria di De Luca a Palazzo Santa Lucia», commenta il consigliere regionale di Forza Italia Severino Nappi. La polemica intorno alla nomina di Alfieri si è già scatenata fin dalle prime indiscrezioni. L’allora sindaco di Agropoli era stato uno dei protagonisti del cosiddetto “patto della frittura” all’Hotel Ramada, durante la campagna referendaria per il Sì. Un episodio che portò anche all’apertura di un fascicolo da parte della Procura della Repubblica che recentemente ha chiesto l’archiviazione per Vincenzo De Luca, inizialmente iscritto sul registro degli indagati con l’accusa di istigazione al voto di scambio. Ma i problemi di Alfieri partono da lontano, da quando fu costretto per i suoi guai giudiziari a rinunciare alla candidatura al Consiglio regionale dopo pressioni nazionali da parte del Partito democratico. Da allora ha sempre sperato (e spera ancora) di entrare nell’esecutivo regionale. Ora, incassata la nomina di capostaff, il suo prossimo obiettivo è Montecitorio. E, come sempre, metterà in campo la sua macchina politica da guerra. Quella che fino ad ora ha conquistato la vicepresidenza della Provincia di Salerno (il suo candidato Luca Cerretani superò anche il sindaco di Salerno, Enzo Napoli) ed il comune di Capaccio Paestum mentre il Pd ufficiale era schierato da un’altra parte.
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